GAETA – Nonostante la sonnacchiosa pausa estiva, la futura gestione del piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta sta alimentando il dibattito politico che conferma un vulnus esistente nella maggioranza di centrodestra capitanata dal sindaco Cristian Leccese. Che i rapporti con il capogruppo di Gaeta Tricolore-Fratelli d’Italia siano arrivati in un punto di ritorno, la conferma, puntuale, è arrivata da una velenosa presa di posizione di Marco Di Vasta che, nonostante le sue fughe dal consiglio comunale quando si tratta di approvare le delibere (ed il bilancio di previsione) proposte dalla sua maggioranza di cui ancora fa ufficialmente parte, non manca occasione per palesare camaleontiche prese di posizione che alla distanza smentiscono lo stesso Di Vasta e l’importante forza politica che rappresenta.
Il Capogruppo di Fdi votò una precisa mozione presentata due anni fa dai consiglieri comunali di opposizione Silvio D’Amante e Franco De Angelis che invitava la sua maggioranza a promuovere una procedura per l’acquisizione dell’area al patrimonio del comune di Gaeta dopo che, ad insaputa di quest’ultimo, l’area nel 2019 era stata venduta dall’ex Consorzio Industriale del sud Pontino ad un privato, la “Cavour Immobiliare”, per la miseria di 409mila euro. Non se ne fece più nulla e tantomeno Di Vasta all’interno della sua maggioranza mosse un dito per chiedere – come ora ricordano De Angelis e l’ex sindaco D’Amante – di dare seguito a quella mozione che aveva votato in consiglio comunale. Naturalmente – come recita un proverbio – solo gli stolti non cambiano mai idea e ora Di Vasta, attraverso l’ufficio stampa del consigliere regionale di Fdi Enrico Tiero, pungola chi al momento è il sindaco, Cristian Leccese, che ha sostenuto alle amministrative del 12 e 13 giugno. Lo fa con un chiaro intento di come Fdi abbia attivato una forza centrifuga per allontanarsi dal mitranismo in vista del voto della primavera 2027.
“Nei mesi scorsi, mi sono attivato in prima persona – scrive Di Vasta – per affrontare criticità concrete che interessano quella zona: la pulizia dell’area, lasciata per troppo tempo in stato di degrado; l’attivazione dell’iter per la riapertura delle scalette che collegano via del Piano con via Garibaldi, un passaggio pedonale fondamentale per la mobilità interna della città. Questi risultati sono frutto di un lavoro costante e di un’interlocuzione diretta con gli enti coinvolti, in particolare con il Consorzio Industriale, con il quale ho avviato i primi passaggi formali e operativi per ridare dignità e accessibilità all’area”.
Perché questa presa di posizione di Di Vasta? E’ stato un tentativo, politicamente di scarso lignaggio, per rispondere con la stessa velocità del miglior Usain Bolt ad un comunicato del sindaco Leccese che ha scritto al commissario straordinario del Consorzio Industriale del Lazio, Raffaele Trequattrini, per chiedere “a viva voce la riapertura delle scale che collegano Via Garibaldi con il Piazzale ex Avir”. Finora, nonostante le ripetute istanze scritte e verbali rivolte allo stesso Ente non si è avuto alcun riscontro. Il primo Cittadino si fa così ancora una volta doverosamente portavoce del forte disagio dei cittadini espresso attraverso accorate numerose richieste dei cittadini, formalizzate anche da un attivo comitato di residenti (presieduto dal professor Damiano Di Ciaccio). Gli stessi, dichiaratisi fortemente penalizzati dalla chiusura delle scale che mettono in comunicazione Via Garibaldi con Via del Piano, hanno sempre rappresentato al sindaco il disagio e la criticità determinatisi in un quartiere già fortemente condizionato dalla vicenda del piazzale della stazione. Da tempo quindi si è ravvisata l’urgenza e la necessità di ripristino del collegamento pedonale che da Via Garibaldi (altezza Via Madonnelle) porta al piazzale ex stazione ferroviaria “Formia-Gaeta” (Via del Piano) attraverso l’utilizzo delle scale di accesso presenti” – aveva aggiunto Leccese.
Questo collegamento pedonale del quartiere di Serapo / Corso Italia con quello di Corso Cavour / Via Atratina, interrotto ormai da oltre tre anni, pregiudica in maniera sostanziale la viabilità arrecando disagi alla collettività che sono diventati oggi insopportabili dalla popolazione residente e dai tanti turisti/villeggianti che fruiscono delle zone in oggetto, connotate infatti da una alta frequentazione turistica. Le istanze, o meglio, il contenuto del comunicato del sindaco di Gaeta non sono state ritenute soddisfacenti dall’ondivago capogruppo di Fdi che, presente ancora in maggioranza, avrebbe potuto sottoscriverlo e, perché no, condividerlo. E invece “con grande sincerità, ci saremmo aspettati un comunicato ben diverso da parte del primo cittadino. Non l’ennesima nota generica e ripetitiva, ma una presa di posizione chiara e definitiva sulla riacquisizione del piazzale dell’ex stazione, passaggio imprescindibile per qualunque seria ipotesi di riqualificazione urbana. Se oggi possiamo parlare di interventi in corso, è perché l’iter è già stato attivato da tempo dal sottoscritto, e non certo grazie a comunicati stampa dal sapore propagandistico – aggiunge Di Vasta ormai impegnato in una campagna che terminerà tra lunghi 24 mesi – La città ha bisogno di una visione strategica, non di annunci ridondanti. Ho lavorato e continuerò a lavorare, in maniera trasparente, per restituire alla comunità spazi urbani dimenticati. Ora, però, è il momento che anche il sindaco si assuma la responsabilità politica di portare avanti – con concretezza – la riacquisizione dell’area, evitando inutili passerelle e dimostrando con i fatti l’interesse per il bene comune”.
La mozione è stata approvata due anni fa, un processo penale (tra prescrizioni e quant’altro) è pendente per falso ideologico e turbata libertà degli incanti è pendente davanti il Tribunale di Cassino quando lo stesso Di Vasta avrebbe potuto chiedere alla sua maggioranza di costituirsi eventualmente parte civile. Il sindaco Leccese, marcato asfitticamente ad uomo dal comitato presieduto dal professor Di Ciaccio, ha preferito non replicare al suo consigliere “aventiniano” ma ha chiamato invece in causa il professor Trequattrini (di area Fdi…): “Durante l’ultimo anno si sono avuti diversi incontri e colloqui per avere informazioni utili sulla riapertura del collegamento (novembre e dicembre 2024, gennaio, marzo, aprile e giugno 2025), compresa l’audizione del 05 dicembre 2024 avuta presso la commissione permanente del Consiglio regionale del Lazio. Purtroppo ad oggi alcuna informazione certa sulle tempistiche e modalità di ripristino del collegamento pedonale è pervenuta all’amministrazione comunale, e le condizioni di pubblica fruizione dell’intera zona permangono di grave disagio”.
“C’è da anche da sottolineare il grave pericolo per la pubblica incolumità – ha aggiunto il sindaco di Gaeta – che si è già generato in qualche occasione in cui il piazzale, per eventi meteorici straordinari, o per situazioni di emergenza come incidenti- Di fatto diventa impraticabile non avendo più altre vie di uscita, mettendo appunto in serio pericolo il deflusso di persone dall’ampia area residenziale di Via del Piano / Via Atratina. Lo stesso redigendo piano di protezione civile comunale prevede la necessità per la popolazione residente nel quartiere di Serapo / Corso Italia (per il rischio tsunami) di mettersi immediatamente in salvo sulle zone più alte proprio a ridosso del quartiere Atratino. Cosa che è difficilmente praticabile oggi per la chiusura di queste scale di collegamento. Se ne chiede il suo ripristino a beneficio della pubblica fruibilità per garantire i massimi standard di sicurezza urbana”.
E’ atteso ora il riscontro del Consorzio Industriale del Lazio… Il capogruppo di Fdi ha fatto sapere che, prima del voto del 2027, ci penserà lui.