Gaeta / Mausoleo, interrogazione parlamentare di Filiberto Zaratti

GAETA, Mausoleo – E sono tre! Il Ministro della cultura Giuli e quello dell’ambiente e sicurezza energetica Pichetto Fratin sono i destinatari di una terza interrogazione parlamentare con cui il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Filiberto Zaratti chiede di vigilare su quanto sta accadendo sulla sommità di Monte Orlando a Gaeta dove la Soprintendenza ai beni ambientali, di concerto con il comune, ha promosso i lavori di riqualificazione di un monumento funerario (per la sua forma circolare) unico al mondo, il mausoleo che, risalente al primo Avanti Cristo, sarebbe stato costruito dal console romano Munazio Planco. L’interrogazione di Zaratti, che conosce benissimo il sito per essere stato assessore regionale all’ambiente nel primo governo di Nicola Zingaretti, fa seguito a quelle presentate dall’ex presidente nazionale del Partito Democratico Matteo Orfini e dalla deputata del Movimento Cinque Stelle Ilaria Fontana. Zaratti esordisce nella sua interrogazione come il mausoleo, insistente nell’area protetta del parco regionale Riviera d’Ulisse, è, ai sensi del decreto legislativo 42/2004, considerato “un bene culturale vincolato, nonché bene paesaggistico, con obblighi rigorosi di tutela integrale e conservazione”. Il monumento poi è inserito all’interno della ZSC/ZPS IT6040022 “Costa rocciosa tra Sperlonga e Gaeta”, appartenente alla Rete Natura 2000. I lavori, promossi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, sono finalizzati e “migliorare la fruibilità e conservazione del sito ed il progetto di “Messa in sicurezza, restauro conservativo e adeguamento degli accessi e dei percorsi” del Mausoleo, finanziato dal Pnrr – “Programma Caput Mundi”, è stato approvato, attraverso una contestata Conferenza di Servizi, con la determinazione dirigenziale numero 407 del 15 aprile 2024 del Comune di Gaeta. Il piano, licenziato con il parere di un’infinità di enti, prevede opere di restauro conservativo del monumento, interventi di illuminotecnica per valorizzare l’antiquarium e il Mausoleo stesso, la sistemazione esterna con percorsi senza barriere architettoniche e area di sosta lastricata in basalto, la messa a dimora di essenze arboree e arbustive autoctone, nonché la realizzazione di due blocchi prefabbricati rivestiti in lastre di gres, destinati a servizi igienici mimetizzati all’interno del pianoro. “Parte delle opere, in particolare rampe, scalinata e piazzole in cemento armato, hanno suscitato – scrive Zaratti ai Ministri Giuli e Pichetto Fratin – aspre contestazioni da parte della comunità locale, consiglieri comunali e esperti, per il loro impatto paesaggistico rispetto al sito storico, definito come area vincolata e di elevato pregio ambientale”. Nello specifico sono state realizzate una lunga rampa in cemento armato di oltre venti metri addossata al basamento originale del Mausoleo, una scalinata scenografica in cemento armato, una piazzola con muri di cemento di circa due metri d’altezza e i prefabbricati destinati a servizi igienici che “deturpano la zona e ne occludono la visuale più significativa del monumento”.

Insomma per il parlamentare di Avs quella realizzata sinora è “una colata di cemento” che altera il contesto paesaggistico e storico del monumento nonché il valore ambientale dell’area. Il 19 ottobre scorso i tre consiglieri comunali di Gaeta del Pd hanno inviato un esposto alla Procura Generale della Repubblica, al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e al Ministero della Cultura per segnalare l’intervento ritenuto invasivo. Il gruppo Dem ha deciso di passare alle vie di fatto dopo che il Sovrintendente Alessandro Betori aveva affermato in alcune dichiarazioni alla stampa “che alcune aggiunte sono estranee al monumento e non saranno mai esteticamente gradevoli e neutre”. Betori insomma ha ammesso – aggiunge Zaratti nell’interrogazione parlamentare – “la natura invasiva dell’opera”. Nel mirino dell’esponente di Avs ricorda con piglio polemico come diverse amministrazioni competenti – la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e l’Ente Parco Regionale della Riviera di Ulisse – abbiano l’obbligo del monitoraggio e controllo tecnico”. Addirittura l’ente parco e la direzione Ambiente-Area protezione e gestione della biodiversità della Regione Lazio “non avrebbero inviato, nei termini previsti dalla normativa, il parere di competenza alla conferenza di servizio, venendo così meno al proprio compito istituzionale”. Da qui la richiesta ai due Ministri del governo Meloni di conoscere quali iniziative di competenza “intendano assumere per verificare la piena conformità dei lavori, relativi all’intervento sul Mausoleo, alle disposizioni normative in materia di tutela dei beni culturali, di tutela paesaggistica, archeologica ed ambientale”. Viene chiesto a Giuli e Pichetto Fratin se gli interventi “siano realizzati in ottemperanza alle prescrizioni e ai controlli durante l’esecuzione delle opere, quali iniziative intendono assumere per evitare danni irreparabili al patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, se sia prevista una revisione del progetto alla luce delle contestazioni emerse e quali misure di trasparenza e partecipazione pubblica siano state o possano essere attivate per assicurare un dialogo costruttivo con la comunità locale e con gli enti territoriali”.