LATINA, Asl – Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. La direttrice generale dell’Asl di Latina avrà pensato a questa celebre fase pronunciata da Bluto Blutarsky (interpretato da John Belushi) nel film cult “Animal House” del 1978 diretto da John Landis per approntare una delibera, la numero 1224, che rappresenta la prima difesa dell’azienda sanitaria locale per far fronte e gestire le diverse controversie sindacali che stanno agitando da settimane l’Asl pontina. La ‘diggì’ ha nominato quale suo delegato permanente nella commissione trattante di parte datoriale (ex articolo 9, comma 5 della contrattazione collettiva integrativa) il direttore della Uoc “Gestione Giuridica ed Economica del Personale” Giovanni Bernardi. La dottoressa Cenciarelli nella delibera di nomina tiene a precisare in diversi passaggi come la sua non sia una fuga o una rinuncia a far della commissione trattante dell’azienda, ora impegnata a concretizzare le finalità contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al comparto sanità sottoscritto lo scorso 27 ottobre. Che la direttrice generale nomini in questo importantissimo organismo un dirigente di fiducia lo prevede l’atto aziendale dell’Asl nella misura in cui devono essere assunte decisioni (dalla forte valenza programmatica, contrattuale ed economica) “verso l’esterno…nell’ambito però dei programmi stabiliti dalla Direzione aziendale”. La nomina del dottor Bernardi sembra avere dunque un carattere “inclusivo e partecipativo” e la direttrice generale lo tiene a precisare quando osserva come grazie a queste “deleghe di funzioni di carattere gestionale di natura vincolata i dirigenti incaricati possono esplicitare l’autonomia funzionale delle articolazioni organizzative da loro dirette”. L’Asl crede in una sempre “crescente responsabilizzazione e valorizzazione del middle management per semplificare e snellire l’attività decisionale aziendale e, nel contempo, omogeneizzare processi e procedure, di definire gli atti nell’ambito delle Determinazioni Dirigenziali da adottare direttamente e autonomamente dai Direttori/Responsabili delle strutture aziendali, senza ricorrere a deliberazioni del Direttore Generale (salvo eventuali specifiche discipline di settore)”.
L’inserimento del direttore Bernardi arriva in un momento “caldissimo” nei rapporti tra le organizzazioni sindacali e l’Asl di Latina. Non bastava la proclamazione dello stato di agitazione della Funzione Pubblica della Cgil Latina e Frosinone che si è aggiunta l’iniziativa sul mancato saldo della produttività relativa all’anno 2024 promossa dalla Rsu aziendale (Rappresentanza Sindacale Unitaria), dalla Funzione Pubblica della Cisl e dal potente sindacato degli infermieri, il Nursind. Hanno dichiarato anche loro lo stato dei dipendenti dell’azienda sanitaria di Latina e l’hanno comunicato – com’è prassi – alla Prefettura e alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della Legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. I servizi vanno erogati, anzi vanno migliorati e nel pomeriggio di lunedì c’è stato un primo incontro tra la dottoressa Cenciarelli e i sindacati che lamentano il mancato riconoscimento del saldo della produttività 2024. Si tratta di un’indennità che l’Asl – le aziende le chiamo più generosamente premi di produzione – avrebbe dovuto riconoscere lo scorso marzo. Non se ne fece più nulla insieme all’espletamento delle procedure degli incarichi di organizzazione e funzione (svincolati con il contratto del 2023), al recupero delle ore da festività
infrasettimanali (fermo al dicembre di due anni fa), all’espletamento della procedura per le progressioni verticali (il bando il prossimo gennaio 2024 avrà due anni), a quello della mobilità, ala gestione delle graduatorie C.O.T, al mancato riconoscimento, inoltre, delle indennità previste dall’articolo 68 del contratto nazionale di lavoro 2022-2024 (alla luce della riorganizzazione di vecchi reparti e divisioni, alla rendicontazione straordinaria relativa al 2024 e 2025 suddivisa per strutture, unità operative e profilo professionale e, infine, alla mancata convocazione sul piano di ricollocazione logistico del personale delle professioni sanitarie”.