FORMIA, Consiglio Comunale – Argomento indigesto per molti consiglieri di maggioranza che, da settimane vestendo i panni di Aladino, cercano disperatamente la proposta di delibera con i relativi ed interessanti allegati, il piano di utilizzo degli arenili (Pua) approderà nel consiglio comunale di Formia che la conferenza dei capigruppo sabato mattina ha convocato per il primo pomeriggio di giovedì 30 ottobre. L’argomento fa parte di un gruppo di interrogazioni e interpellanze che, presentate per lo più dal capogruppo della lista Guardare Oltre Imma Arnone, sono finalizzate a carpire l’orientamento della maggioranza su come gestire in futuro le concessioni demaniali per le strutture turistico-ricettive ed ottenere un resoconto su quelle scadute da anni. Il piano di utilizzo degli arenili sarà oggetto di un bando pubblico ma al momento è noto ai soliti fortunati che gravitano attorno all’amministrazione Taddeo ma non a coloro – i consiglieri di maggioranza – che dovranno approvarlo in consiglio comunale. Sarà tutelato lo “status quo” oppure il bando ha la propensione a voltare pagine rispetto alla gestione attuale delle sempre ambite spiagge formiane? Lo vogliono sapere un po’ tutti ma anche le minoranze che (soprattutto la capogruppo Arnone) hanno chiesto ed ottenuto l’inserimento nell’agenda consiliare di giovedì prossimo di argomenti riguardanti il funzionamento della commissione comunale per il paesaggio, la manutenzione delle strade, la pulizia dei tombini, caditoie e fossati e i lavori, annunciati dal sindaco Taddeo lo scorso maggio ma mai iniziati, per la riqualificazione statica del ponte Tallini.
Quella di giovedì si preannuncia una seduta calda perché saranno affrontati altri tre punti che, richiesti dalle stesse minoranze con un’istanza ad hoc, sono stati rinviati nelle fasi finali del consiglio comunale di due settimane fa. Alla vigilia dell’assemblea dei soci di Acqualatina il massimo consesso civico formiano dovrà pronunciarsi sulla richiesta del socio di minoranza di capitalizzare di ben 30 milioni di euro la principale azienda pubblico-privata operante in provincia di Latina. Non sarà un argomento facile perché si temono spaccature nella maggioranza (il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia voterà contro la ricapitalizzare dell’ente gestore come ha già annunciato il sindaco di Forza Italia Gianluca Taddeo?) e nella stessa minoranze dove il ‘no’ del fronte progressista non potrebbe essere quello della Lega che, attraverso il consigliere Nicola Riccardelli, ha chiesto che il comune alzi la voce nei confronti della Regione per la mancata adozione (ormai da anni) del piano d’assetto dell’ente parco regionale dei Monti Aurunci.
Scintille sono attese, inoltre, su una discussione attesa da mesi sul nuovo progetto della strada Pedemontana. Il sindaco Taddeo ha sottoscritto congiuntamente le osservazioni insieme al collega di Gaeta Cristian Leccese ma il nuovo e discusso progetto dell’Anas non è stato mai discusso ed approvato nelle commissioni competenti e tantomeno nella sede istituzionalmente preposta, il consiglio comunale…
Davanti a questo preoccupante e perdurante vuoto politico – se è vero che “mentre a Roma si discute, Sagunto è stata espugnata”, le balbettanti osservazioni dei comuni di Formia e Gaeta sono state respinte dall’Anas. Le motivazioni sono contenute nelle sue controdeduzioni che, contenute in 15 dettagliate pagine, sono state pubblicate niente meno che sul portale ufficiale del Ministero dell’Ambiente. L’Anas ha ribadito che le osservazioni non possono essere accolte, come già peraltro manifestato nella prima stesura del progetto.
Le ragioni sono state illustrate efficacemente dalla Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine, dall’associazione “Incontri & Confronti”, dal Cise (il comitato per Incolumità Stradale Abitanti di Formia) e dal Comitato Pontone. Per la prima osservazione, l’allungamento del tracciato della strada Pedemontana in direzione est, in previsione della realizzazione del nuovo ospedale del Golfo in località ex Enaoli a Formia “comporterebbe un ulteriore consumo di territorio, l’abbattimento di altre case e una minore funzionalità dell’opera, soprattutto legata al diverso schema degli svincoli. Sono preoccupazioni decisamente singolari perché le criticità che l’Anas ha evidenziato sono le stesse che permeano abbondantemente tutto il tracciato, dove l’impatto sui terreni coltivati, case, acquiferi e sorgenti è ben più corposo. Si tratta di considerazioni, queste, già espresse anche dal Ministero dei Beni Culturali” . Nelle controdeduzioni alla seconda osservazione dei comuni di Formia e Gaeta circa l’incanalamento della variante nella strada consortile in via dell’Agricoltura di Gaeta, l’Anas ha ribattuto testualmente: “La richiesta non è accogliibile nella progettazione, in quanto la previsione di una ulteriore infrastruttura in variante alla strada regionale Flacca 213 nel Comune di Gaeta non rientra nelle competenze di questa Società, andando ad interessare, con interventi di variante ed adeguamento, delle viabilità di altri Enti gestori (provinciale Sant’Agostino, consortile Via dell’Agricoltura, oltre la Strada Regionale 213). Ed inoltre non rientra nelle finalità progettuali e di investimento definite nel citato Contratto di Programma.” Insomma il contratto non lo prevede e si va avanti lo stesso, malgrado il ritorno del traffico sulla Flacca, alle spalle di Vindicio, sia considerato dalla Regione Lazio, dai Sindaci Taddeo e Leccese e da numerosi tecnici competenti del territorio come la massima criticità del tracciato.
La Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine, l’associazione “Incontri & Confronti”, il Cise ed il comitato Pontone hanno deciso di entrare in questo dibattito avanzando interessanti considerazioni. Mentre si continua a parlare della strada Pedemontana, “è calato un inspiegabile silenzio sulla viabilità ordinaria e non s’investe un centesimo per opere che potrebbero risolvere l’attraversamento di Formia con una spesa molto più contenuta e sostenibile, con tempi più brevi di realizzazione e con minore impatto ambientale”. L’importo richiesto per la realizzazione della Pedemontana supera di mezzo miliardo di euro il finanziamento oggi a disposizione (meno di 80 milioni di euro): “I tempi di realizzazione si prevedono assai lunghi ed incerti. Il progetto stradale – aggiungono la Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine, l’associazione “Incontri & Confronti”, il Cise ed il comitato Pontone – “finirà per vincolare il territorio per un numero indefinito di anni, con buona pace degli altri interventi infrastrutturali ed edilizi comunali, soprattutto nella parte di territorio ai piedi della frazione collinare di Maranola, dove peraltro è in corso un piano particolareggiato.”. E l’affondo finale non poteva non essere riservato alla stessa Anas: “Dopo aver consumato tempi, progetti e denari, piuttosto che proporre soluzioni diverse, finirà per lasciare il cerino acceso nelle mani delle amministrazioni del Golfo. Sarebbe ora di fare scelte coraggiose da parte dei Sindaci ma, come diceva don Abbondio, se il coraggio uno non ce l’ha, non può certo darselo”.