Gaeta / Mausoleo di Monte Orlando, disattese le prescrizioni comunali

GAETA, Mausoleo di Monte Orlando – Per i contestatissimi lavori di riqualificazione del Mausoleo di Lucio Munazio Planco sulla sommità del parco urbano di monte Orlando è stato consumato uno scempio e, in più, è stato disatteso il parere paesaggistico rilasciato dallo stesso Comune di Gaeta! A denunciarlo è il Partito Democratico che, scoppiata la polemica, ha deciso di produrre una relazione tecnica indipendente, basata su documentazione fotografica e analisi di conformità. Ha evidenziato – accusa la segretaria Dem Annalisa Di Mille – gravi violazioni delle prescrizioni paesaggistiche di tutela imposte dalla Soprintendenza di Frosinone e Latina nel progetto finanziato con i fondi del Pnrr: “ Ciò che doveva essere un intervento di valorizzazione si sta trasformando in una deturpazione irreversibile di un bene storico e paesaggistico di importanza nazionale”. Le prescrizioni comunali prevedevano interventi “reversibili, privi di scavi e fondazioni permanenti, nel pieno rispetto del monumento e del contesto naturale”. Il comune di Gaeta chiedeva alla Soprintendenza di evitare di operare una ‘scomposizione” tra gli aspetti architettonici, paesaggistici, storici, archeologici e naturalistici del monumento funerario e, nello specifico, veniva chiesto che la rampa pensata in calcestruzzo “sia condotta ad un intervento reversibile che non comporti la necessità di scavi e la realizzazione di fondazioni poste in prossimità del monumento per essere eventualmente sottoposto in futuro ad interventi manutentivi di qualsiasi genere”. E invece? Lo denuncia l’avvocato Di Mille: “E’ stata realizzata una struttura in cemento armato massiva e continua, a ridosso diretto del basamento del Mausoleo. Si tratta di opere non conformi ai criteri di reversibilità, che comportano scavi e lavorazioni invasive, alterando in modo permanente l’integrità del monumento e del sito”. Il Pd di Gaeta ha fatto rilevare la violazione della “percezione paesaggistica e il “silenzio evocativo”.

Alcune direttive ministeriali prescrivono di evitare qualsiasi piantumazione nelle aree antistanti, per salvaguardare la visione e il “silenzio evocativo” del monumento e la sua contemplazione indisturbata. E invece? “Sul luogo oggi sorge una piazzola di sosta cementificata, circondata da muri in calcestruzzo alti quasi due metri, proprio nel punto più fotografato del monumento dai visitatori, e una rampa di accesso che appoggiandosi al basamento del Mausoleo , altera in modo irreversibile la percezione originaria del Monumento. Questi elementi interrompono l’unitarietà della visione della sagoma, alterano permanentemente l’aspetto del monumento e si pongono come inserti “autoreferenziali, più intenti a imporsi che a valorizzare”. La vicenda è finita in Parlamento attraverso un’interrogazione che, in attesa di essere calendarizzata, è stata firmata dall’ex presidente nazionale del Pd Matteo Orfini, Anche per gli scempi – a dire del Pd – che sarebbero stati consumati sono diversi altri, anche di natura visiva e simbolica. E’ stata realizzata, oltre ad una prevista scalinata, una rampa “che copre il monumento, occulta circa metà del basamento del Mausoleo, fino alla modanatura superiore.

Un errore concettuale e architettonico gravissimo, poiché il basamento – precisa il Pd – non è una semplice fondazione, ma uno dei tre ordini architettonici che definiscono il monumento (basamento, corpo cilindrico e coronamento).
Coprirlo significa cancellare la lettura architettonica dell’opera”. Insomma le prescrizioni del Comune di Gaeta (che sarebbe dovuto intervenire per bloccare il cantiere della Sovrintendenza), poste alla base del suo parere favorevole, “risultano ampiamente disattese.

In luogo di un intervento rispettoso del bene culturale, si è proceduto – ha aggiunto la segretaria del Pd gaetano – alla costruzione di una struttura pesante, permanente e invasiva, in contrasto con i principi di tutela, di compatibilità paesaggistica e con la stessa normativa vigente.
È una violazione non solo tecnica, ma anche culturale e morale nei confronti della nostra storia”. Il Circolo del Pd di Gaeta chiede al Comune di Gaeta, di concerto con la Soprintendenza — ciascuno per le proprie competenze nella tutela del patrimonio culturale e paesaggistico — “un’immediata e concreta presa di coscienza e di responsabilità rispetto a quanto si sta compiendo, in palese violazione anche del parere paesaggistico rilasciato dallo stesso Comune di Gaeta, oggi completamente ignorato, con gravissimo danno per la città e per la sua storia. Il cantiere ai piedi del Mausoleo risulta da qualche giorno chiuso e per il Pd “si colga dunque questa occasione per “manutenere” il sito salvaguardandone l’identità”.

Il Pd ha avanzato quattro richieste: la sospensione del cantiere “in attesa di una verifica ispettiva indipendente”; la Soprintendenza “spieghi pubblicamente come sia stato possibile non vigilare su un intervento di tale portata; il Comune di Gaeta e gli enti competenti si attivino per garantire il pieno rispetto delle prescrizioni di tutela così come è necessario “ripristinare l’area con soluzioni alternative conformi alle direttive originarie (rampa removibile in acciaio e pavimentazione ecocompatibile). La conclusione politica del Pd è una soltanto: “Difendere il patrimonio significa difendere la città. Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco non è solo un monumento – ha concluso la segretaria Di Mille – E’ parte dell’identità di Gaeta, un patrimonio di tutti che abbiamo il dovere di proteggere e tramandare intatto alle generazioni future. Consentire oggi una trasformazione simile del Mausoleo significa accettare che la memoria storica venga sacrificata sull’altare della superficialità e dell’improvvisazione”.