Discarica Pontina, naufragio politico e giuridico: il Tar boccia i siti individuati dall’ex commissario

LATINA – Un altro colpo di scena, l’ennesimo, affossa definitivamente il progetto della discarica pontina. Il Tar di Latina, con una nuova sentenza, ha dato ragione anche al Comune di Cisterna di Latina, smontando nel merito le scelte fatte nel 2022 dall’ex Commissario ad acta Illuminato Bonsignore e dalla Provincia di Latina, guidata prima da Carlo Medici e poi da Gerardo Stefanelli.

Nonostante la dichiarazione formale di “improcedibilità”, il tribunale amministrativo ha voluto comunque entrare nel merito, bocciando apertamente la decisione di localizzare due dei tre siti per la futura discarica proprio nel territorio cisternese. Una decisione che si affianca a precedenti verdetti favorevoli a Scavilana Srl, società proprietaria di una delle aree contestate, e al Comune di Aprilia, anch’essi ricorrenti contro la localizzazione imposta dal commissario.

Una sentenza che chiude il cerchio su un fallimento annunciato

Il progetto della discarica pontina, nato sotto l’urgenza di trovare un sito per lo smaltimento dell’indifferenziato della provincia, è ufficialmente naufragato. Naufragato non per ostacoli ambientali o tecnici, ma per l’incapacità della politica locale di pianificare e gestire il ciclo dei rifiuti in modo efficace e condiviso.

Il TAR ha censurato l’intero iter, giudicandolo superficiale e carente: “Il fatto che i tre siti individuati ricadano nelle aree riportate nelle cartografie come non contenenti fattori escludenti/non condizionanti non può in alcun modo supplire alla mancanza di un’espressa analisi dei fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali per ognuno dei macro aspetti da valutare (ambientale, idrogeologico e territoriale)”.

Una bocciatura netta, che evidenzia come non siano state condotte valutazioni approfondite e strutturate, fondamentali per un’opera di simile impatto. I tre siti scelti da Bonsignore – due a Cisterna (località “La Villa”) e uno ad Aprilia (località Puntoni) – vengono così archiviati definitivamente.

Un iter contestato fin dall’inizio

La decisione del Commissario Bonsignore, nominato nel marzo 2022 dall’allora Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, era da subito apparsa calata dall’alto, suscitando polemiche tra cittadini, comitati e amministrazioni locali. I tre siti individuati erano tutti in aree private, e in più casi vicini a case, scuole, infrastrutture sensibili, e interessati da vincoli idrogeologici.

Uno dei siti cisternesi – in località “La Villa” – era già oggetto di una richiesta di autorizzazione per l’apertura di una cava pozzolanica da parte della società Scavilana Srl, che ha poi vinto il ricorso amministrativo, assistita dagli avvocati Corrado e Chiara De Simone e Federica Censi. Il TAR ha annullato gli atti adottati da Regione e Provincia, incluso il decreto del Presidente Stefanelli del novembre 2022, che aveva inserito i siti nel Piano provinciale dei rifiuti.

Una lezione per la politica

Le sentenze, ormai tre, che hanno invalidato le scelte su Aprilia, Cisterna e Scavilana Srl, rappresentano una sonora bocciatura per l’intera classe politica pontina, incapace – dal 2022 a oggi – di trovare un sito realmente idoneo per la discarica. Il rischio concreto, oggi, è che si torni a conferire rifiuti fuori provincia, con un aggravio economico per i cittadini e una totale assenza di programmazione locale.

Non solo un fallimento tecnico, ma un fallimento politico e amministrativo, che lascia il territorio pontino senza un impianto per il trattamento dell’indifferenziato, e senza una prospettiva chiara su come gestire il proprio ciclo dei rifiuti.

Nel frattempo, le decisioni prese “dall’alto” si rivelano non solo inapplicabili, ma anche illegittime, come certificato ormai da più sentenze. Un progetto che, già criticato nel 2022, viene oggi definitivamente sepolto da un altro “de profundis” giudiziario.