FORMIA – E ora parliamo noi dopo le “allarmanti notizie” delle ultime settimane. I proprietari del lido Sirene di Santo Janni a Formia hanno deciso di uscire allo scoperto dopo che un gruppo di villeggianti erano rimasti avvelenati subito dopo aver consumato del tonno. I “doverosi accertamenti delle autorità preposte” hanno fornito nel frattempo riscontri positivi e darne notizia è il legale della struttura ricettiva finita nell’occhio del ciclone alla luce della concomitante eco mediatica suscitata dal decesso in Calabria ed in Sardegna di alcune persone per butolino.
“I miei assistiti – ha precisato l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo – hanno preparato e somministrato prodotti alimentari ai propri clienti nel pieno rispetto di tutte le norme igienico sanitarie, anche perché l’attività viene svolta giornalmente con rifornimento quotidiano dei prodotti, come confermato dalle etichette sulla tracciabilitá dei prodotti, conservati ed esibiti ai competenti uffici dell’Asl e ai Carabinieri driNas al momento delle giuste verifiche in seguito al malore avvertito da alcuni clienti”. Per l’avvocato Cardillo Cupo “alcuna anomalia è stata riscontrata, salvo la necessità di apporre le etichette adesive possedute sui contenitori, tanto che l’attività ha subito ripreso a lavorare a pieno regime”.
Il lido Sirene svolge, infatti, questa somministrazione “da oltre dieci anni, senza aver mai avuto alcun problema. La spiacevole vicenda occorsa in questi giorni – che ha visto la proprietà rammaricata e subito vicina alle persone che hanno manifestato disagio dopo la consumazione di alcune pietanze – sembrava inizialmente legata a degli alimenti ittici, prontamente consegnati all’Asl per le ulteriori verifiche.
Le analisi di laboratorio, tuttavia, hanno restituito la perfetta conservazione e l’assenza di contaminazione sia per il tonno che per i calamari consumati, aumentando le perplessità su quanto accaduto, forse riconducibile ad altri alimenti in scatola acquistati presso grandi catene di distribuzione.” Insomma quella verificatasi è stata una “vicenda spiacevole che, purtroppo, oltre alle persone che hanno lamentato disturbi alimentari tanto da dover ricorrere alle cure ospedaliere, ha visto coinvolta anche la proprietà del Lido Sirene, rimasta incolpevolmente – e suo malgrado – coinvolta. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio, con l’auspicio che – soprattutto in piena estate – i controlli delle autorità possano aiutare ad evitare o ridurre al minimo episodi spiacevoli”- ha concluso l’avvocato Cardillo Cupo.