Gaeta / Indagine “conoscitiva” dei carabinieri sui lavori al Mausoleo Planco

GAETA – Si chiama indagine conoscitiva quella hanno avviato i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dopo aver ricevuto la scorsa settimana un dossier da parte del Partito Democratico sulla legittimità dei lavori in corso di svolgimento presso il mausoleo Munanzio Planco sulla sommità del parco urbano di Monte Orlando. I militari dell’Arma dello speciale nucleo patrimonio culturale hanno avviato specifici accertamenti tecnico-amministrativi sulle riserve espresse dai consiglieri Dem Emiliano Scinicariello, Franco De Angelis e Sabina Mitrano secondo i quali gli interventi di riqualificazione del sito di “eccezionale valore storico e culturale” non sarebbero in regola perché eseguiti in un’area sottoposta a vincolo diretto e ricadente all’interno del Parco Regionale della Riviera di Ulisse e disciplinata dagli articoli 136-142 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che fissa l’obbligo di tutela integrale del contesto paesaggistico.

I Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno ricevuto, oltre all’esposto, un vero e proprio book fotografico in cui si evincono tante cose: la realizzazione di una rampa in cemento armato lunga oltre venti metri, addossata al basamento originale del Mausoleo, una scalinata scenografica in cemento armato, anch’essa aderente all’ingresso del Mausoleo, oltre ad una piazzola di sosta (anfiteatro) circondata da muri di cemento alti circa due metri, che occludono la visuale più significativa del monumento. Gli inquirenti hanno avviato un’indagine conoscitiva con cui si chiede di fare un’operazione verità sul ruolo svolto dal comune. Dopo che il progetto da mesi era stato “caricato” sulla pagine web dell’amministrazione Leccese, in concomitanza della presentazione dell’esposto del Pd che risale al 19 ottobre il link (https://www.comune.gaeta.lt.it/News/La-Soprintendenza-a-Gaeta-per-un-punto-sui-lavori-al-Mausoleo-di-Lucio-Munazio-Planco.-Presente-il-sindaco) è “magicamente scomparso”.
I consiglieri Dem si sono rivolti anche alla Procura di Cassino in cui, seppur indirettamente, censurano l’operato “tradito” della Soprintendenza: “La sua presenza, sia nelle attività di comunicazione dell’intervento che in quelle autorizzative, è stata ritenuta da noi – osservano i consiglieri Scinicariello, Mitrano, Mitrano – fin da subito una garanzia a tutela del bene monumentale. E pensare che noi stessi abbiamo ritenuto eccessive le preoccupazioni di chi vedeva realizzare progressivamente qualcosa di “strano” in quel sito. Ormai da qualche settimana l’intervento appare chiaramente per quello che è: una colata di cemento armato in adiacenza al monumento millenario. Decisamente un intervento volgare che deturpa l’area tutta e la visuale di quel Mausoleo”.

Nei loro accertamenti i Carabinieri stanno anche setacciando le dichiarazioni rese alla stampa dal Sovrintendente Alessandro Betori secondo il quale che quelle “aggiunte, che non c’entrano nulla con il monumento” e che “non saranno mai belle, gradevoli o neutre”, hanno confermato “la natura invasiva e deturpante dell’opera”. Per i tre consiglieri del Pd si tratta di affermazioni “davvero incredibili, soprattutto perché fatte dal rappresentante di un Ente che dovrebbe vietare opere che alterino l’integrità e la percezione dei beni culturali, che dovrebbe proibire qualunque intervento che arrechi pregiudizio alla conservazione del bene e che possano compromettere in modo irreversibile il contesto naturale di Monte Orlando. Proprio la Soprintendenza dovrebbe evitare e vietare con forza lo stravolgimento dei monumenti attraverso opere che niente hanno a che fare con la loro struttura originaria (come fa quando giustamente vieta qualunque atto simile ai semplici cittadini), opere che in questo caso si appoggiano proprio al basamento della tomba, che viene così intaccata e non sappiamo quanto modificata”.

Sul piano politico-amministrativo invece continuano a far discutere le dichiarazioni del sindaco di Gaeta Leccese, accusato “acriticamente” di difendere le scelte della Soprintendenza, “attaccando chi osa far osservare che la colata di cemento si pone in totale contraddizione con i principi che la stessa Soprintendenza dovrebbe far rispettare. Un sindaco, uno che sappia farlo per davvero intendiamo, e non certo Leccese, per tutelare un bene che insiste sul territorio della sua Città avrebbe fatto “fuoco e fiamme”. L’Amministrazione comunale certamente non è l’organo decisore e promotore, ma ha il dovere -osservano i tre consiglieri del Pd – di proteggere la storia e la cultura della città di cui spesso si riempiono le pagine, con toni l più delle volte solo di propaganda. Leccese invece preferisce fare il “taglianastri seriale”, attività che gli piace tanto, ma che ha nauseato un po’ tutti.”

Gli accertamenti sono finalizzati a verificare l’entità dei pareri rilasciati nella conferenza di servizio svolta il 2 febbraio 2024. Il Pd è interessato a capire il nulla osta rilasciato, per esempio, dall’ente Parco Riviera di Ulisse (sotto la cui giurisdizione ricade l’area su cui è stato edificato il mausoleo Munazio Planco). Ma nella lente d’ingrandimento del Pd è finita anche la “facilità” con cui espressero favorevolmente al progetto il Ministero della cultura (Soprintendenza speciale per il piano nazione di ripresa e resilienza, Soprintenza archeologia, belli arti e paesaggio per le province di Latina e Frosinone), l’Agenzia del Demanio, la Regione Lazio (le direzioni ambiente area protezione e gestione delle biodiversità e quella all’agricoltura e alla sovranità alimentare), la Marina Militare (Comando Interregionale marittimo e ufficio infrastrutture e diversità), il Ministero della difesa (comando logistico della Marina Militare direzione fari e segnalamenti gestione faro Monte Orlando), l’Enel distribuzione spa, la Tim spa, Terna spa, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, la Provincia di Latina (settore pianificazione territoriale e vincolo idrogeologico) e la Regione Lazio (area genio civile di Latina). Insomma nessuno dei questi enti – nessuno – mosse un dito per un progetto che contestato da più parti vede il sindaco di Gaeta Cristian Leccese il migliore difensore d’ufficio del Sovrintendente Alessandro Betori.

La querelle si è arricchita di un altro capitolo. Il Pd ha formalizzato una richiesta di accesso agli atti “che sta già dando riscontri molto, molto interessanti” e non escluso che questa documentazione rilasciata dal comune di Gaeta possa essere utile per l’indagine conoscitiva avviata in maniera embrionale dai Carabinieri del nucleo della tutela del patrimonio culturale. Il punto sarà senz’altro affrontato tra le interrogazioni ed interpellanze che costituiranno il canovaccio del consiglio comunale convocato dalla conferenza dei capigruppo per mercoledì 29 ottobre. I consiglieri del Pd chiederanno, per esempio, di ricevere risposte a due interrogativi sottoposti al Ministero per i beni culturali: esistevano soluzioni alternative meno impattanti (navette elettriche, rampe removibili e leggere), già adottate in numerosi siti archeologici nazionali e internazionali? Questi lavori, che appaiono motivati dalla lodevole necessità di agevolare l’accesso dei disabili, possono tradursi in attività che, nei fatti, travolgono l’intero monumento?