CISTERNA – Recependo completamente la requisitoria della Procura di Latina, i giudice della Corte d’assise del capoluogo pontino hanno condannato questa mattina alla pena dell’ergastolo Christian Sodano, l’ex finanziere di Scauri di 28 anni che il 13 febbraio 2024 uccise Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e sorella della sua ormai ex fidanzata Desirèe, che riuscì a mettersi in salvo scappando dalla loro abitazione a Cisterna di Latina. I giudici della Corte di Assise di Latina (presidente Gianluca Soana e Mario La Rosa) hanno escluso, dopo due ore di camera di consiglio, la premeditazione e hanno invece riconosciuto l’aggravante dei motivi abietti e futili così come ipotizzato dal sostituti procuratori Marina Marra e Valerio De Luca. Sodano, presente in aula alla lettura della sentenza e difeso dagli avvocati Lucio Teson e Leonardo Palombi, era accusato di pluriomicidio volontario aggravato e hanno accolto in rigoroso silenzio la lettura della sentenza che, dopo le ultime sentenze, aveva un esito quasi scontato per quanto di tragico è avvenuto il 13 febbraio 2024 all’interno dell’abitazione della famiglia Amato nel quartiere di San Valentino a Cisterna. Qui Sodano, facendo ricorso alla sua pistola d’ordinanza, uccise a distanza ravvicinata la madre e la sorella minore di quella che era diventata la sua ex fidanzata. La difesa dell’uomo originario di Scauri ha sostenuto l’assenza della premeditazione e la Corte, escludendo questa aggravante, ha riconosciuto invece quella dei motivi abietti e futili. “La sentenza non ha accolto pienamente la tesi della Procura – ha affermato l’avvocato Teson – attendiamo ora di leggere le motivazioni prima di valutare se ricorrere in appello”. A costituirsi parte civile contro il Maggiore della Guardia di Finanza è stato anche il comune di Cisterna. Il sindaco Valentino Mantuini e l’assessora Maria Innamorato era in aula al momento della lettura della sentenza: “La morte di Nicoletta e della figlia Renée – hanno commentato i due amministratori – è stato un autentico dramma collettivo. Siamo stati sempre presenti in tutte le udienze a nome di tutta la comunità di Cisterna – hanno sottolineato – perché la violenza di genere è una vera emergenza sociale che richiede l’impegno concreto e la presenza di tutti. Questa sentenza non è una vittoria per nessuno. Resta solo disperazione e desolazione. Qualsiasi pena non restituisce a Desirée sua madre e sua sorella, Nicoletta e Renée, tragicamente spazzate via da una ferocia insensata”.