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Formia / “La giustizia tra verità e spettacolo”, il convegno dell’Ordine degli avvocati di Cassino

FORMIA – C’è molta (e legittima) curiosità per lo svolgimento domenica 18 settembre, alle ore 18, presso la Tomba di Cicerone a Formia dell’inedito convegno giuridico “La Giustizia tra verità e spettacolo” che ha un sotto itolo “Dalla Pro Caelio di Cicerone al processo Gucci Reggiani”. Il convegno rievoca immagini antiche: prima nel teatro greco all’interno dell’Agorà e poi in epoca romana all’interno del Foro, la giustizia era una divinità, che faceva da sfondo alla Politeia/Politica nella Polis e della Civitas.

Gli organizzatori di questo speciale evento sono gli avvocati del consiglio dell’ordine di Cassino che hanno chiesto ed ottenuto il patrocinio dei comuni, Arpino e Formia, dove sarebbe nato ed assassinato Marco Tullio Cicerone. A loro dire il linguaggio e le immagini “rappresentano uno strumento fondamentale per il teatro della giustizia e per chi agisce sul palcoscenico delle aule giudiziarie”. In quest’ottica hanno preso il prestito quanto scrive Toni Morrison nel suo libro “L’origine degli altri”: “Il linguaggio inteso come dire, ascoltare, leggere e muoversi, può incoraggiare, persino imporre la resa, il superamento delle distanze tra di noi, che siano distanze culturali, o le distinzioni ed indistinzioni di età o di genere. Il linguaggio e le immagini alimentano e formano l’esperienza; le immagini racchiuse nella mente ed il linguaggio hanno il potere di sedurre, rivelare, aiutandoci a perseguire il progetto umano, cioè restare umani e fermare la disumanizzazione e l’estraniazione degli altri”. Il linguaggio e le immagini rappresentano uno strumento fondamentale per il teatro della giustizia e per chi agisce sul palcoscenico delle aule giudiziarie.

A questo convegno sono attesti gli interventi del dottor Silvio Guarriello e del presidente dell’ordine degli avvocati di Cassino Gianluca Giannichedda sullo spinoso tema “verità e spettacolo” nella giustizia oggi ma uno dei relatori più attesi è l’ex sindaco di Colfelice, il professor Filippo Materiale che argomenterà sul linguaggio scenico adottato da Cicerone nella sua “Pro Caelio”. Per la prima volta aprirà squarci sulle immagini di scena che, create a bella posta come un prezioso controcanto al linguaggio propriamente giuridico, sfileranno sotto gli occhi, forse increduli, dei presenti. Attori della teatralizzazione saranno gli studenti ed gli ex alunni del liceo classico “Vitruvio Pollione” di Formia, coordinati nella regia e nella scenografia dalle professoresse Marcella Garau e Bianca Di Fazio. La toma di Cicerone, uno dei complessi archeologici più importanti del comprensorio e della Regione, si preannuncia essere la migliore e suggestiva scenografia naturale sul rapporto, contestato e contrastato, tra lo spettacolo e la giustizia.

Ma come si svilupperà il convegno spettacolo? Marco Tullio Cicerone, geniale oratore, facendo ammenda della demolizione morale e sociale operata sulla figura di Clodia, nella Pro Caelio, visiterà per la prima volta un insolito tribunale del XX secolo, per assumere la difesa di una donna, Patrizia Reggiani, accusata di essere la mandante dell’omicidio del proprio marito, l’ereditiere Maurizio Gucci. Il Cicerone post litteram nel processo Reggiani si avvarrà della stessa strategia difensiva, la “remotio criminis”, ma adotterà il punto di vista di una donna dell’alta borghesia della Milano degli anni 80, attuando per così dire una forma di ritrattazione della stessa figura femminile.