GAETA – La proposta dell’ente gestore di aumentare di 30 milioni il capitale sociale di Acqualatina ha provocato perplessità e dubbi anche tra le forze politiche di Gaeta. L’ordine del giorno del consiglio comunale prevede, all’ultimo punto dell’agenda consiliare di giovedì mattina, una discussione con un mandato da consegnare al sindaco Leccese in vista dell’assemblea dei soci del 17 settembre. Molti sindaci e associazioni dei consumatori hanno chiesto un rinvio dell’approvazione dell’argomento che alla casse del comune di Gaeta potrebbe provocare un aggravio di 636mila euro. Il gruppo territoriale del sud pontino del Movimento Cinque stelle teme che i cittadini “rischiano” di pagare soltanto i giochi di potere, in atto da oltre un anno, tra Fratelli d’Italia e Forza Italia” dopo la modifica del management di Acqualatina ai danni degli azzurri. “Dietro la contrarietà all’aumento di capitale di 30 milioni in bilancio per Acqualatina non si nascondono soltanto motivazioni tecniche e di partecipazione pubblico-privata come finora è stato descritto. Come spiegare altrimenti un aumento di capitale considerando che i bilanci di Acqualatina sono da anni in utile e con profitti molto consistenti? È evidente che si tratta di una partita per la gestione del potere e la divisione dei ruoli apicali che ne conseguono – si legge in una nota congiunta dei 5S di Gaeta, Itri, Minturno, Castelforte e Formia – Il prossimo 17 settembre, durante l’assemblea dei soci, questo scontro emergerà ancora più chiaramente: da una parte Fratelli d’Italia, dall’altra Partito Democratico, Forza Italia e i civici, un’alleanza che altrimenti non avrebbe alcuna ragione di esistere visto che Forza Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nella gestione del sistema. Emblematico il caso del sindaco di Formia, Gianluca Taddeo che nelle scorse settimane ha dichiarato di aver diffidato Acqualatina e, forse, lo stesso si potrà dire per i responsi attesi dai prossimi consigli comunali di Gaeta e Minturno in programma giovedì: non ci sorprenderebbe se i sindaci Cristian Leccese e Gerardo Stefanelli si schierassero questa volta contro Acqualatina. Continuare a trattare la questione dell’aumento di capitale solo dal punto di vista tecnico – è l’orientamento del Movimento Cinque stelle del Golfo – è una chiara volontà di prescindere dalla parte politica. La fase di stallo si sbloccherà soltanto quando i rapporti di forza politici torneranno ad equilibrarsi in favore di Forza Italia”.
Il Movimento 5 Stelle del Sud Pontino prende le distanze “da chi prova a raccontare questa vicenda come una questione di numeri e bilanci poiché negli anni sono state già approvate numerose manovre gravose per i cittadini: aumenti dei canoni, delle fatturazioni e bilanci costruiti sempre a discapito dell’utenza. Un’ulteriore conferma del “teatrino politico” è il ritorno, proprio in questi giorni del tema della ripubblicizzazione del servizio idrico: un concetto pienamente condivisibile ma più che astratto se valutato dalle prese di posizioni delle ultime ore apprese dalla stampa. L’unica e naturale conseguenza immediata sarebbe l’uscita da Acqualatina, una posizione che il Movimento 5 Stelle sostiene da sempre ma che nessun altro, nei fatti, ha mai portato avanti.” Viene ricordato, inoltre, come il contratto con Acqualatina scadrà nel 2033: “Sarebbe dunque opportuno avviare una discussione seria e concreta sulle possibili alternative future. L’Egato unico potrebbe rappresentare una valida opzione, ma sarebbe indispensabile chiarire a priori la natura giuridica del soggetto imprenditoriale che andrà a gestire il servizio. Oggi tentare di confondere le carte parlando di acqua pubblica con l’avvicendarsi della scadenza del contratto è soltanto politica di facciata e le proposte fin qui apprese non hanno alcun valore reale. Risolti gli intrecci politici del caso torneranno per la gran parte a guardarsi bene dal difendere realmente le tasche e gli interessi dei cittadini, gli unici ancora una volta costretti a pagare una gestione fallimentare”.