CASSINO, Stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano. Dal 3 al 7 novembre uno stop produttivo si abbatterà sui reparti di montaggio, lastratura e verniciatura dello stabilimento di Cassino del gruppo Stellantis. Al riavvio degli impianti di carrozzeria parteciperà un numero limitato di lavoratori, mentre la maggior parte dei lavoratori di quei reparti resterà in cassa integrazione. Carlo Calenda ha lanciato l’allarme per il rischio concreto di deindustrializzazione ieri, davanti lo stabilimento nato nel 1972 per fabbricare la Fiat 126 e che, dopo alterne vicende, ha avuto un calo della produzione impressionante. “A Cassino – esprime preoccupazione il leader di Azione – si producevano 135.000 auto nel 2017. Quest’anno si chiuderà senza arrivare a 20.000. Stabilimento dopo stabilimento, l’industria italiana sta morendo nell’indifferenza generale. Per questo oggi siamo qui: ancora una volta con i rappresentanti sindacali e gli imprenditori dell’indotto. Per ascoltare, ma soprattutto per capire come reagire insieme. Da qui voglio proporre agli altri leader delle opposizioni e ai segretari nazionali dei sindacati una mobilitazione nazionale sull’automotive, mentre al governo chiediamo un incontro per studiare insieme proposte e interventi, prima che Stellantis chiuda definitivamente”. Il primo a raccogliere il pensiero di Calenda è il consigliere regionale del Lazio Alessio D’amato. “Purtroppo – dichiara – eravamo stati facili profeti, quando più di un anno fa, in occasione della convocazione della Commissione Industria della Regione presso il Comune di Piedimonte San Germano con la vicepresidente Roberta Angelilli, i vertici aziendali e sindacali e la conferenza dei sindaci, esprimemmo tutte le nostre preoccupazioni. Nonostante le assicurazioni fornite da Stellantis, da allora permane un alto livello di incertezza e i dati della produzione dello stabilimento di Cassino sono inequivocabilmente negativi. Serve, come ha proposto Calenda stamane, una mobilitazione nazionale sul comparto automotive e auspico che anche gli amministratori locali spingano in questa direzione. Proporrò agli altri gruppi di opposizione di richiedere un Consiglio regionale straordinario sulle promesse non mantenute da parte di Stellantis”.