FORMIA, Via Vitruvio, corteo Propal – Lo slogan è rimasto lo stesso del 22 settembre. A quasi due mesi dall’ondata di manifestanti, oltre mille, che avevano invaso via Vitruvio, gli aderenti alla rete Sud Pontino per la Palestina si sono ritrovati questa mattina per una nuova attestazione di solidarietà. Hanno formato un corteo, seppur a ranghi più ridotti e sotto il controllo ferreo di polizia e Carabinieri, lungo l’arteria principale della città, trasformata per l’occasione in ztl dalla comandante dei vigili urbani Giuseppina Sciarra.
Lo scopo dichiarato era ancora una volta quello di rompere di alzare il velo dell’informazione sul genocidio di Gaza e dei territori palestinesi occupati. Ma anche quello di sollecitare l’interruzione degli scambi commerciali con lo stato di Israele, ed in particolare la vendita delle armi. Due mesi fa l’attenzione era quasi completamente concentrata sulla missione della Global Sumud Flotilla e piazza della Vittoria a Formia, come centinaia di altre piazze di Latina, è riuscita a dare una copertura mediatica ai metodi spicci con i quali gli attivisti sono stati accolti dalla marina Israeliana. Stamani, oltre agli sviluppi ed alle continue notizie di morte e violenze che continuano ad arrivare dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, si guarda anche a cosa sta succedendo in Italia.
“Se passa il ddl Gasparri – ha detto Marta di Russo, attivista di Formia – verrà approvata anche la proposta di assimilare l’antisionismo all’antisemitismo, che in realtà sono due cose completamente diverse. C’è il bavaglio alla libertà di espressione, che verrà attuato se passa questo disegno di legge. Nelle scuole e nelle piazze non si potrà più dire che Israele è uno stato sionista, perché sarà considerato antisemitismo. Si rischiano anche conseguenze penali e quindi la manifestazione è per la Palestina ma per salvare anche noi da questa deriva europea al riarmo”. Sono molte le voci di critica che si sono levate in questi giorno contro l’approvazione del Disegno di legge del Senato n.1627, dai sindacati ai partiti nonché dalla società civile. Nel volantino distribuito durante la manifestazione si chiede conto anche dell’aumento di 30 miliardi delle spese militari, a fronte di tagli alla sanità per 12 miliardi.
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