LATINA – Giro di vite della magistratura dopo l’arresto a Casablanca di Patrizio Forniti, ritenuto dagli investigatori al vertice dell’omonimo clan. Ieri mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Latina hanno notificato a Gianluca Ambrosini, un decreto di applicazione della misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza. Ambrosini, 54 anni, è stato coinvolto nell’inchiesta assedio, che ha smantellato un’intera organizzazione e portato allo scioglimento del consiglio comunale di Aprilia. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione III Penale – Sezione specializzata Misure di Prevenzione – del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, che ha ritenuto l’uomo socialmente pericoloso.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma, sotto la direzione della Procura, il 54enne sarebbe stato coinvolto, sin da poco dopo la maggiore età e quasi senza interruzioni, in attività delittuose legate a reati contro il patrimonio, agli stupefacenti e a condotte di tipo associativo. Un profilo che, stando alle valutazioni dell’autorità giudiziaria, lo collocherebbe tra le persone che vivono abitualmente con proventi illeciti e che mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica.
La misura della Sorveglianza Speciale, che avrà durata triennale, impone al destinatario una serie di prescrizioni stringenti. L’uomo dovrà comunicare e mantenere stabile la propria residenza, senza poter lasciare il comune in cui vive o risiede abitualmente. Sarà inoltre obbligato a rimanere nella propria abitazione ogni notte, dalle 21 alle 6 e 30 del mattino, e a cercare immediatamente un’occupazione lavorativa. Parallelamente, gli è fatto divieto di frequentare persone che abbiano riportato condanne o che siano sottoposte a misure di prevenzione, con l’obiettivo di limitarne le relazioni potenzialmente criminogene.
Il provvedimento rientra nel sistema delle misure di prevenzione personali, pensate per intervenire nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi anche al di fuori di una condanna definitiva, previo vaglio del Tribunale competente.
Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, e nei confronti dell’indagato continua a valere il principio di presunzione di innocenza.