FROSINONE, tentata truffa con il metodo dello spoofing – La prontezza di un commesso e il tempestivo intervento della Polizia di Stato hanno permesso di sventare una tentata truffa ai danni di un esercizio commerciale specializzato nella compravendita di oggetti preziosi a Frosinone. Nel primo pomeriggio di giovedì, il dipendente del negozio ha ricevuto una telefonata da un numero che, sul display, risultava riconducibile a un comando stazione dell’Arma dei Carabinieri. L’interlocutore, fingendosi un appartenente all’Arma, gli ha ordinato di raccogliere tutti i gioielli presenti nel negozio e di inserirli in un sacco, spiegando che di lì a poco sarebbero arrivati veri Carabinieri per catalogare la merce.
Il commesso, tuttavia, ha subito percepito che qualcosa non tornava. La richiesta appariva poco credibile e fuori dalle procedure abituali delle forze dell’ordine, così ha deciso di interrompere la conversazione e di contattare immediatamente il Numero Unico di Emergenza 112. In pochi minuti una pattuglia della Squadra Volanti della Questura di Frosinone è arrivata sul posto, confermando che si trattava effettivamente di un tentativo di truffa e impedendo che i malviventi potessero portare a termine il piano. Le indagini per individuare i responsabili sono ora in corso.
La telefonata ricevuta dal commesso era stata resa credibile grazie alla tecnica dello spoofing, uno stratagemma sempre più usato dai truffatori per camuffare l’identità del chiamante. Lo spoofing permette infatti di far apparire sul display della vittima un numero falso, spesso appartenente a istituzioni, aziende note o enti pubblici, mentre in realtà la chiamata proviene da un’utenza completamente diversa e difficilmente rintracciabile. I truffatori riescono a ottenere questo risultato attraverso servizi online o sistemi di telefonia VoIP che manipolano i dati di identificazione della chiamata, sostituendo il numero reale con uno scelto ad hoc per risultare credibile.
Esistono diverse varianti di questa tecnica: il caller ID spoofing, utilizzato nel caso di Frosinone, altera il numero visualizzato sul telefono; il neighbor spoofing utilizza numerazioni simili a quelle locali, sfruttando la tendenza delle vittime a rispondere a chiamate provenienti dalla stessa area; il spoofing via SMS, sempre più diffuso, permette invece di inviare messaggi che sembrano provenire da banche, corrieri o servizi pubblici. In tutti i casi lo scopo è sempre lo stesso: superare le difese psicologiche della vittima facendo leva sulla fiducia verso una fonte apparentemente legittima.
Il caso di Frosinone dimostra quanto sia importante mantenere un atteggiamento prudente anche quando si riceve una telefonata da un numero ufficiale o riconducibile a un ente reale. Le forze dell’ordine ricordano che non chiedono mai per telefono di consegnare beni di valore, di raccogliere oggetti preziosi per controlli o di fornire dati sensibili. In presenza di richieste sospette, la cosa migliore da fare è interrompere la chiamata e rivolgersi direttamente al 112, proprio come ha fatto il commesso che, grazie alla sua accortezza, ha evitato un possibile ingente danno economico.