GAETA, Riacquisizione ex stazione – Ci sarà bisogno di tempo perché approdi in consiglio comunale a Gaeta la proposta di iniziativa popolare che, sottoscritta da oltre mille cittadini residenti a fronte dei 200 richiesti dall’articolo 12 dello Statuto comunale, chiede all’amministrazione Leccese la riacquisizione all’inalienabile patrimonio immobiliare del comune del piazzale (ma anche della palazzina?) dell’ex stazione ferroviaria della città. Il fattore tempo è previsto dallo stesso articolo 12 del testo statutario del comune che prevede due variabili temporali. Il sindaco Cristian Leccese dalla data di presentazione della proposta di delibera – venerdì 21 novembre – ha 15 giorni di tempo a disposizione per inviarla all’organo competente – il presidente del consiglio comunale Gennaro Dies – munita dei pareri di legittimità (basterà quello della segreteria generale o dei dirigenti dei settori competenti, in primis quello al bilancio?) e di quello della commissione competente. Da quel momento scatterà un altro timing: il presidente dell’assemblea avrà un mese di tempo per convocare i rappresentanti delegati del comitato civico che ha raccolto le firme per avviare una sorta di concertazione tesa a migliorare il contenuto di questa bozza di delibera. Ironia della sorte è coincidente (o quasi) con l’annuncio del primo cittadino che, quasi a voler inviare una risposta ai cittadini firmatari, ha precisato di essere stato lui ad avviare la procedura tesa al ritorno al comune di Gaeta di un’area strategicamente fondamentale per la mobilità, la sosta e la stessa sicurezza nel cuore di città, a duecento metri in line d’area dalla spiaggia di Serapo. Il piazzale dell’ex stazione ferroviaria “ad insaputa” del comune di Gaeta nell’estate 2019 è stato venduto dall’allora proprietario, l’ormai disciolto Consorzio Industriale del sud pontino, alla neonata società “Cavour Immobiliare” per la miseria di 409 mila euro, 300 mila dei quali rappresentano il valore della palazzina che sino a 40 anni ospitava gli uffici della stazione ferroviaria di Gaeta. Il comitato del presidente Di Ciaccio e lo stesso sindaco Leccese non hanno sufficientemente valutato un altro aspetto…in attesa che la proposta di delibera di iniziativa popolare ottenga il via libera dalla segreteria comunale. L’area in questione potrà tornare ad avere una finalità pubblica solo quando si sarà concluso un processo penale che, in corso di svolgimento davanti il giudice monocratico Marco Gioia del Tribunale di Cassino, vede tra gli imputati i vertici, amministrativi e tecnici, dell’ex Consorzio Industriale del Sud pontino con l’ipotesi di reato di concorso in turbata libertà degli incanti dopo che sono state rimosse, grazie alla prescrizione, le accuse di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva. Solo quando ci sarà l’esito del giudizio penale si potrà definire percorribile la strada del ritorno nella disponibilità del Comune di Gaeta di un’area che al momento è a tutti gli effetti (e legalmente) nella disponibilità di una società, la Cavour Immobiliare, che a sua volta l’ha trasferita con un oneroso contratto di concessione ad un’impresa di Napoli specializzata nella sosta a pagamento. Lo stesso sindaco Leccese ha frettolosamente messo il carro davanti ai buoi affermando come sia a buon punto la procedura con il neonato Consorzio Industriale regionale e la stessa Giunta Rocca per la riacquisizione del piazzale dell’ex stazione. Al centro delle procedure c’è sempre un’area che serve come il pane alla mobilità e alla sicurezza di una città turistica come Gaeta ma al momento ha una legittima proprietà e si trova al centro di un delicato processo penale, il cui unico reato per il quale si procede ha tempi di prescrizione lunghissimi…nel 2030. Solo gli stolti non cambiano mai idea ma la maggioranza di centro destra al comune di Gaeta nel 2023 ha assunto una decisione importante, quella di respingere (di fatto) la mozione presentata dalle minoranze di centro sinistra circa la riacquisizione al patrimonio del comune il piazzale. Il sindaco Leccese fu chiaro e trasparente: non è proponibile alcuna riacquisizione (e poi il comune avrebbe la capacità economico finanziaria di farlo?) sino a quando non ci sarà una sentenza passata in giudicato. Al comune di Gaeta qualcuno ha cambiato idea – avviando l’interlocuzione con il Consorzio industriale laziale e la Regione Lazio – nel momento in cui i suoi ex vertici politici (in testa l’ex sindaco Cosimino Mitrano) e i responsabili di settore sono usciti dal processo a Cassino per avvenuta prescrizione. Leccese martedì ha pubblicamente ringraziato i cittadini che hanno sottoscritto con le loro firme la proposta di delibera di iniziativa popolare “che conferma la chiara direzione intrapresa dall’Amministrazione e rafforza la nostra convinzione che questa sia significativa per Gaeta.” Leccese ha deciso correttamente di vestire i panni di Don Chiosciotte perché l’iniziativa di riacquisizione del sito si “inserisce perfettamente nei progetti di rigenerazione urbana già avviati sul territorio, in particolare in sinergia con la riqualificazione dell’area ex Avir e del quartiere di Serapo/Corso Italia”. Sui tempi che ciò accada il primo cittadino non si è mai (cautelativamente) pronunciato e sicuramente ha fatto bene. Il problema è dare ora una risposta ai mille cittadini firmatari. E se la loro proposta di delibera venisse respinta con l’alibi dell’interlocuzione con il Consorzio Industriale della Regione Lazio? Il comitato spera che la sua istanza, nonostante i termini statutari non siano perentori, venga si integrata ma votata dal consiglio comunale di Gaeta, senza tentennamenti e calcoli politici (un voto favorevole sconfesserebbe l’operato della stessa amministrazione Leccese e di quella precedente di Mitrano). Lo spauracchio potrebbe essere un altro: il comune di Gaeta potrebbe annunciare – come detto – la stipula di qualche protocollo d’intesa con lo stesso Consorzio Industriale regionale per dichiarare superata la proposta di delibera della delibera. Il presidente del comitato civico, il professor Damiano Di Ciaccio, ha messo in campo tante ipotesi, anche quella della mancata convocazione del consiglio per l’esame di questo testo. A quel punto sarebbe inevitabile il ricorso al Tar per la violazione dell’articolo 12 dello Statuto del comune di Gaeta.