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Minturno / Inchiesta dei Nas “Ricetta Express”, le decisioni del Tribunale del Riesame di Frosinone

MINTURNO – L’Asl ha già ottenuto da una farmacia di Marina di Minturno 203 mila euro quale rimborso di alcuni farmaci anti tumorali indebitamente venduti dopo essere stati diagnosticati dal medico 61enne del pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero ad una paziente 62enne di Formia. Quest’ultima, insieme ad un dipendente di 52 anni della farmacia di Marina di Minturno, sarà costretta invece a restituire soltanto 32mila euro a fronte dei 235mila richiesti dalla Procura di Cassino.

Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Frosinone che, nell’ambito degli sviluppi dell’inchiesta dei Carabinieri dei Nas di Latina denominata “Ricetta Express” , ha raccolto le istanze degli avvocati Edoardo Fascione e Massimiliano Lisi. Le ipotesi di reato formulate dal sostituto Procuratore Beatrice Siravo furono davvero pesanti: corruzione, peculato, falso in certificazioni mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale oltre che detenzione illecita e spaccio di farmaci contenenti sostanze stupefacenti.

Secondo l’accusa il farmacista, sospeso dal servizio per un anno, in concorso con il medico 61enne avrebbe ceduto alla donna malata di cancro, un eccessivo quantitativo – oltre 1600 confezioni – contenente uno spray nasale analgesico che, equiparato dal Ministro della salute a sostanza stupefacente, si era aggiunto alla corretta terapia prescritta alla paziente dal suo medico di famiglia.

Per altro filone della stessa indagine il medico del Pronto Soccorso ha ricevuto un sequestro di ulteriori 235mila euro per aver somministrato ad un tossicodipendente 1000 flaconi di morfina per contrastare la sua dipendenza dalle droghe. Secondo gli accertamenti dei Nas, condivisi dalla Procura prima e dal Tribunale poi, il medico arrestato avrebbe percepito 50 euro per ogni fiala ceduta al 37enne consegnandogli i flaconi recuperati nell’ospedale di Formia o dirottandolo presso la compiacente farmacia di Marina di Minturno.