ACUTO (FROSINONE) – Presentato ad Acuto il Rapporto Montagne 2025 di Uncem davanti a una folta platea di amministratori locali. Il dato demografico presenta nel Lazio significativi segnali positivi nelle aree interne. Il presidente di Uncem nazionale, Marco Bussone, ha presentato ad Acuto, in provincia di Frosinone, il Rapporto Montagne Italia 2025, di fronte a una sala piena di amministratori locali della zona.
Con lui, oltre al presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci, il sindaco di Acuto, Augusto Agostini che ha portato i saluti istituzionali; il Commissario della XII Comunità Montana, Alessio Arduini; la consigliera regionale Sara Battisti; il parroco di Acuto, don Francesco Frusone; l’esperto di sviluppo locale e curatore del Rapporto, Luca Lo Bianco.
Il Rapporto nasce nell’ambito del Progetto Italiae del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri e attuato dall’UNCEM per descrivere come si manifesta la contemporaneità nelle montagne italiane tra criticità, opportunità e nuovo protagonismo.
Le montagne italiane raccontate attraverso la illustrazione delle dinamiche socioeconomiche che le caratterizzano e le strategie territoriali che le attraversano. Nella prima parte, mappe e dati servono a evidenziare i caratteri della montagna e la geografia delle comunità territoriali, e le loro caratterizzazioni economiche e sociali, evidenziando i processi associativi in atto. Un quadro completato dalle riflessioni argomentate e informate sul percorso fatto dalla Strategia delle Aree Interne e sulla novità dei processi in atto connessi alla Strategia delle green Community, precedute da un approfondimento sui temi della crisi demografica e del neopopolamento che molto hanno a che fare con entrambe le strategie.
All’analisi delle strategie si connette anche l’approfondimento dedicato ai temi della governance, ulteriore affondo nella tematica delle green community, per esaminare le esperienze di governance in atto, inquadrare le politiche in un approccio più ampio e sistemico (il progetto Appennino Parco d’Europa) e quello relativo alla geocomunità delle piattaforme montane italiane che guarda anche alle differenze tra le Alpi e gli Appennini per evidenziare faglie e giunture e ragionare sulla prospettiva. Completano il quadro l’illustrazione di una articolata indagine sulla opinione degli italiani riguardo la montagna. Il Rapporto è arricchito da box tematici e commenti, oltre che da tre appendici.
Uno strumento fondamentale, come è stato riconosciuto da molti dei presenti, per elaborare strategie comuni, comprensoriali, di rilancio dei territori interni. Nel Lazio, più che altrove, si sono registrati negli ultimi anni dei dati positivi. Nel senso che il trend delle residenze, da decenni in continuo calo, ha invertito la rotta in molte località specialmente montane. Un piccolo segnale positivo, di ripresa, come ha sottolineato il presidente Bussone, che deve però essere approfondito. Una realtà che va conosciuta a fondo e posta alla base di politiche di sviluppo comunitarie, poiché nessun Comune, da solo, può salvarsi dalla marginalità sempre più evidente.
Nel rapporto, in sostanza, si trovano materiali e riflessioni offerti alla politica, agli amministratori, ai territori impegnati a costruire futuro attraverso le Green Community e a tutti coloro che sono chiamati a decisioni importanti nell’allocazione di risorse, definizione di strumenti di governance e assetti istituzionali che riguardano il futuro della montagna e con ciò quello dell’intero Paese.
“Non posso che esprimere soddisfazione per la partecipazione e l’attenzione che i sindaci e gli amministratori hanno riservato al nostro appuntamento, specialmente in una giornata feriale e, inoltre, di maltempo” ha detto il presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci. “Gli amministratori locali delle aree interne e specialmente quelli dei comuni montani svolgono un’attività eroica, in condizioni sempre più difficili. Uncem ha offerto uno strumento di lavoro che può essere molto importante. Nel Rapporto, pieno di informazioni e analisi, si spiega anche perfettamente perché e come è indispensabile costruire una coscienza collettiva e non più campanilistica nell’amministrare queste terre. I segnali positivi che abbiamo riscontrato vanno colti come un incentivo all’azione immediata ed energica che, tutti insieme, dobbiamo produrre per salvare il patrimonio inestimabile che è conservato nei nostri piccoli centri, Uncem Lazio continuerà a proporre iniziative e a lavorare in questa direzione”.