Formia / Abusi a Vindicio, il comune di Formia intima la demolizione

FORMIA – Novanta giorni di tempo per procedere alla demolizione delle opere abusive accertate e per il ripristino dello stato dei luoghi. Il dirigente del settore urbanistica del comune di Formia Pietro D’Orazio ha concesso questo ultimatum ai diversi componenti di una famiglia che, nota nell’ambito del crimine organizzato, in località Vindicio ha realizzato in via Unità d’Italia un’unità immobiliare priva di qualsiasi titolo edilizio. Il termine perentorio dell’ingegnere Pietro D’Orazio è contenuta nell’ordinanza dirigenziale numero 15 con cui il comune ribadisce di non voler più attendere dopo aver rigettato il 4 febbraio 2022 un’istanza di condono edilizio rimasta inevasa per ben 27 anni, dal 28 febbraio 1995 appunto al 4 febbraio di tre anni. L’ordine di demolizione di D’Angelo riguarda un immobile che, in parte oggetto di sequestro e di confisca da parte dello Stato e destinato ad ospitare alcuni alloggi da assegnare agli agenti della sezione navale della Guardia di Finanza, è interessato da severi vincoli urbanistici e paesaggistici: oltre a ricadere nelle sottozona B5 del vigente piano regolatore del comune di Formia, è sottoposta alla tutela di vincolo paesistico secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 42 del 2004 per quanto riguarda le fasce costiere marittime, la protezione delle aree di interesse archeologico e quelle aventi un valore estetico. Il dirigente D’Orazio definisce il suo un “atto dovuto in quanto volto a reprimere opere edilizie abusive” nonostante il provvedimento di diniego circa il rilascio della sanatoria espresso nel febbraio 2022 è oggetto di un ricorso, tuttora pendente, davanti il Tar di Latina. Ed è assai probabile che l’ordinanza di abbattimento emessa dallo stesso D’Orazio possa essere impugnato davanti i giudici amministrativi di Latina che ha posto una serie di condizioni: i destinatari del provvedimento di abbattimento dovranno essere autorizzati per l’entrata in azione delle ruspe dalla stessa sezione urbanistica del comune di Formia con una serie di prescrizioni che dovranno riguardare anche l’impresa incaricata della demolizione. E se i privati non ottempereranno entro il termine di 90 giorni? Anche qui D’Orazio è stato chiaro: “Il bene e l’area di sedime saranno acquisite di diritto e gratuitamente patrimonio comune di Formia”. Ma come si è arrivati a questa significativa ordinanza di demolizione? Il sasso nello stagno l’ha lanciato nell’agosto 2024 l’ex sindaco Paola Villa quando formalizzò una richiesta di conformità urbanistica dei beni confiscati a questa famiglia di Vindicio. L’avanzò un mese dopo – il 16 luglio dello scorso anno – lo svolgimento di una seduta della commissione consiliare “Beni confiscati alla criminalità organizzata” durante la quale il funzionario del comune, l’ingegner Emanuele D’Avino, comunicò che uno degli appartamenti confiscati in via Giorgio la Pira era da ritenersi privo dell’abitabilità e quindi indisponibile ad essere messo a disposizione della Guardia di Finanza come prevedeva il protocollo siglato dal comune di Formia nell’ottobre 2021. Furono promosse una verifica dei fascicoli inerenti questo immobile ed un primo sopralluogo che non si tenne perché il comune di Formia non aveva informato del suo svolgimento le forze dell’ordine. Se ne organizzò un secondo, nel novembre 2024, ma “io, che aveva presentato una richiesta di accesso agli atti, non venni invitata a parteciparvi”. L’ordinanza di abbattimento di D’Orazio un problema, seppur indirettamente, l’ha evidenziato: il comune di Formia ha impiegato ben 27 anni, dal 1995 al 2022, per vagliare e rigettare un’istanza di sanatoria. L’ex sindaco Villa ha colto l’occasione per esternare una rivelazione: “Che al comune di Formia giacesse questa domanda di condono me ne accorsi nella parte finale del 2020. Non feci in tempo a farla esaminare perché alla fine di dicembre di quell’anno qualcuno decise di interrompere, dopo due anni e mezzo, la mia prima consiliatura”