MINTURNO – Il clan dei Casalesi tentò di “intrufolarsi’ nella gestione e nell’affidamento diretto degli appalti del Comune di Minturno? Questo inquietante interrogativo campeggia in un’interessante informativa della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul conto di alcuni imprenditori che avrebbero offerto la disponibilità delle loro imprese e società apparentemente pulite a favore dei vertici del clan dei Casalesi. I Pm della Dda partenopea Antonello Ardituro e Graziella Arlomede hanno attualizzato una precedente informativa della Dia che aveva monitorato l’attività di un imprenditore dal nome e cognome pesanti, Nicola Schiavone, conosciuto con il nomignolo di O’Russ, nipote dello storico fondatore del clan dei Casalesi, Francesco Sandokan, e cugino del figlio di quest’ultimo, Nicola, da tempo collaboratore di giustizia.
La vicenda è intrigante perché il clan avrebbe individuato come ulteriore ombrello protettivo altri due imprenditori, che con un passato da costruttori in Canada erano tornati ad operare in alcuni centri del sud pontino: i fratelli Fabio e Sabato Galluzzo. L’imprenditore omonimo della famiglia Schiavone utilizzò la mediazione di Fabio Galluzzo con l’auspicato intento di accorciare le distanze con il Comune di Minturno relativamente all’affidamento diretto di alcuni appalti pubblici, quelli sotto soglia e, per intenderci, per chiamata attraverso una semplice convocazione da parte della ripartizione competente. Ne scaturì una preliminare “trattativa” – che secondo gli 007 della Dia – ebbe come epicentro il 2 maggio 2021 un noto bar di Marina di Minturno cui parteciparono Nicola Schiavone, uno dei fratelli Galluzzo ed un ex funzionario di primo piano del Comune di Minturno che, legato da alcuni rapporti professionali e fiduciari con alcuni comuni del golfo e dell’alto casertano, è originario di un centro alla periferia di Caserta.
L’incontro venne monitorato a distanza dalla Dia ma qualche cimice difettosa non registrò completamente il contatto (avallato da qualche componente della giunta municipale?) che avrebbe dovuto favorire una determinata impresa legata ad un costruttore vicino, seppur indirettamente, al clan di Casal di Principe. Secondo quanto ha accertato la Dia – e ora confermato dalla Dda di Napoli aggiornando la galassia tra il mondo imprenditoriale e la camorra casalese – quell’incontro ebbe due momenti. Nel primo i protagonisti parlano ma non vengono registrati per un problema audio. Nel secondo il funzionario all’epoca in servizio in Piazza Portanova decise di andare via. Rimasero davanti a un caffè i soli Nicola Schiavone e Sabato Galluzzo e la conclusione fu magra: non ‘era spazio per loro perché a Minturno al’epoca
erano impegnate altre ditte dell’hinterland di Casal di Principe.
Trascorsero tre mesi, non mancarono le telefonate e in una – del 3 agosto di quattro anni fa – Sabato Galluzzo, millantando forse un falso credito per il fatto di essere diventato un operatore part-time del servizio di refezione scolastica del Comune di Minturno, era certo di organizzare in un lasso temporale breve un altro incontro con il solito e potente funzionario comunale con la consapevolezza che avrebbe fornito “notizie dettagliate sui bandi di gara ancora da pubblicare”. E non solo. Sarebbe stata formalizzata la garanzia che la ditta suggerita da Nicola Schiavone sarebbe stara inserita nella speciale lista, prevista dal codice degli appalti, da utilizzare per gli affidamenti diretti per la realizzazione di opere pubbliche?
A non perdere tempo sarebbe stato lo stesso “O’Russ” che avrebbe sì svolto l’incarico di mediatore per conto di terzi ma – secondo la Dia – avrebbe presentato al “dottore” del Comune di Minturno le credenziali (la visura camerale) della sua personale impresa di costruzioni in grado di partecipare a gare pubbliche… anche di quelle del Comune di Minturno. E il famigerato “dottore ” – si legge nell’informativa della Dia – avrebbe fornito risposte. L’interlocutore di Schiavone (da lui chiamato “dottore”) dichiarò in quella occasione che da pochi giorni era stato pubblicato sull’albo pretorio un avviso per la redazione di una short list per le imprese da convocare per lavori con lo strumento dell’affidamento diretto. Ed era vero. La licitazione era stata effettivamente pubblicata il giorno prima ma con un teatrale colpo di scena. Uno dei fratelli Galluzzo comunicò all’emissario della famiglia Schiavone che su Minturno operava già un imprenditore vicino al responsabile dell’ala militare del clan dei casalesi, Michele Zagaria.